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Alto Vicentino, il presente va veloce per conquistare i giovani

L'analisi di CNA sul Focus Economia del Giornale di Vicenza nelle parole dei presidenti ASA Mirco Froncolati e Magda Marogna

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rapporto economia alto vicentino 2022

L’Alto Vicentino come laboratorio per disegnare un’idea di rilancio territoriale realmente incentrato sulle nuove generazioni. È con questo spirito che sta andando avanti il lavoro a forze congiunte tra Comuni, istituzioni e associazioni di categoria, insieme in un percorso di dialogo innovativo che per la prima volta, oltre a strategie e visioni, mette sul piatto anche obiettivi concreti e misurabili. In primis quello di restituire attrattività a un’area che può giocare un ruolo sempre più centrale nel Veneto che verrà, grazie al posizionamento strategico in chiave infrastrutturale e viabilistica. Una partita che CNA sta giocando su più tavoli.


«Il lavoro avviato con la neonata Intesa Programmatica di Area – spiega Mirco Froncolati, presidente ASA Alto Vicentino CNA Veneto Ovest – procede spedito e di questo siamo molto contenti. Chiaramente l’accordo, che ci vede a fianco di 34 Comuni, è nato non solo con l’idea di fare squadra, ma soprattutto di trovare una linea condivisa sulle azioni da mettere in campo con il sostegno della Regione per raggiungere i risultati attesi. E il nostro ruolo come “facilitatori” dal punto di vista delle imprese è certamente fondamentale. Il primo punto in agenda? Cogliere al volo le opportunità che deriveranno dagli investimenti di cui godrà l’area da oggi e negli anni a venire, per offrire uno scenario completamente rivoluzionato alle prossime generazioni, che rappresentano la nostra vera sfida».


Che minacce vede da questo punto di vista?   


«Quelle comuni un po’ a tutti i contesti urbani del nostro Paese. Oggi quattro ragazzi su cinque tra i 14 e i 19 anni immaginano il proprio futuro lontano dalla città di nascita. A noi il compito di invertire la tendenza, insegnando che si può vivere bene anche e soprattutto in territori con alle spalle una lunga tradizione produttiva di “vecchia generazione”».


Di cosa ha bisogno un giovane per convincersi a mettere radici”?


«Le opportunità economiche sono fondamentali ma da sole non bastano. I giovani cercano posti che consentano loro di sentirsi connessi al mondo. In termini di opportunità, di qualità della vita, di rapporto con la tecnologia. Non più “centri”, ma luoghi che mettano loro al centro».


E come si costruisce un posto così?


«La partita delle connessioni veloci è strategica, intese dal punto di vista tecnologico ma soprattutto da quello puramente viabilistico. Le imprese devono pensare, agire ed essere collegate in modo veloce, e dalla Pedemontana all’elettrificazione della linea ferroviaria Schio-Vicenza sono tutti passaggi decisivi per comunicare un deciso cambio di passo ai lavoratori di domani, che giustamente chiedono un modo completamente diverso di avvicinarsi al lavoro rispetto a quello dei loro genitori».


Con l’Ipa Alto Vicentino puntate a questo quindi?


«Come ho detto è uno dei punti su cui dovremo certamente lavorare. Un territorio “veloce” rivoluziona il modo di considerare le distanze, e può servire sia per trattenere talenti sia per attrarli dalle aree più prossime, e questo offrirebbe un primo importantissimo assist alla ricerca di una soluzione per il calo di manodopera, che anche qui continua a pesare eccome. Ma naturalmente in questa direzione non lavoriamo solo con l’Ipa».


Quali sono le altre frecce al vostro arco?


«Ci aspettiamo molto dal nuovo Bando Aree Urbane che vede Bassano capofila di un progetto esteso a tutti i Comuni lungo la Pedemontana, un’iniziativa che segue un po’ la stessa filosofia con cui è nata e va avanti l’attività di CNA Veneto Ovest: è il momento di uscire dalle logiche “provinciali” per costruire un ragionamento integrato secondo interessi che seguono più le direttrici dei nuovi mercati che i confini degli interessi di campanile».


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La formazione fa il salto di qualità con gli Its

Cariverona e CNA insieme con il progetto Upskill.

Magda Marogna, Presidente ASA Thiene e Altopiano CNA Veneto Ovest


Garantiscono un tasso di occupazione superiore all’80% ma vengono frequentati da un numero di iscritti pari ad appena l’1% degli studenti che invece scelgono un percorso di tipo accademico. È il paradosso degli Its, gli Istituti Tecnici Superiori, cioè le scuole post diploma nate una decina d’anni fa per garantire uno sbocco diretto nel mondo del lavoro ai giovani interessati a formarsi al di fuori dal mondo universitario. Il loro successo? La capacità di fare rete proprio con il territorio e il mondo delle imprese, secondo un modello che, visti i risultati, ora è il momento di potenziare. «Quest’area – commenta Magda Marogna, presidente ASA Thiene e Altopiano CNA Veneto Ovest – vanta percorsi formativi scolastici con una lunga tradizione d’eccellenza, ma è innegabile che il modello degli Its rappresenti quel salto di qualità indispensabile alle nostre imprese per tenersi al passo con il mercato». E allora come alzare ulteriormente l’asticella? «Dobbiamo aprirci alle competenze che ancora mancano, come quelle legate al green e alla sostenibilità. E dobbiamo rinforzare ancora di più la relazione con le imprese, che devono contribuire al percorso di crescita di questi giovani, per poi farlo coincidere con il loro. CNA ha iniziato non a caso un percorso in questa direzione sostenendo il progetto Upskill della Fondazione Cariverona: l’obiettivo è mettere a sistema i risultati che saprà certamente raggiungere questa iniziativa».

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