Servizi alla persona, ok ai clienti dai Comuni vicini

Dalla Prefettura arriva il chiarimento formale. Già informate le forze di polizia.
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Servizi alla persona, ok ai clienti da fuori Comune anche in zona arancione, ma solo se arrivano da Comuni confinanti. Questo almeno per quanto riguarda la provincia di Vicenza. Dalla Prefettura berica è arrivato proprio nelle scorse ore il parere che mette fine all’incongruenza tra le interpretazioni rilanciate da molte fonti sui social e sui mezzi di comunicazione locali, favorevoli a un’interpretazione più permissiva dei limiti agli spostamenti, e la posizione netta della Regione Veneto, contraria invece alle uscite dal Comune se non per motivi di necessità, salute o lavoro. 

 

Dagli uffici di Contrà Gazzolle è partita ieri un’informativa indirizzata a tutti i comandi dei carabinieri e di polizia provinciali, compresi gli uffici comunali del territorio, in modo da garantire il massimo allineamento ed evitare così imbarazzi o sanzioni.  

 

Per Vicenza e provincia dunque vale la linea interpretativa adottata da poche altre prefetture in Italia: sì all’uscita dal proprio confine comunale per raggiungere centri estetici, acconciatori, tatuatori, lavanderie e altre attività inserite tra i servizi alla persona (anche già presenti nel proprio Comune), ma solo se si resta nei limiti di un altro Comune confinante con il proprio. Con questa indicazione, i clienti che inseriranno come destinazione nell’autocertificazione l’indirizzo di un’attività esterna al proprio territorio di residenza non incorreranno in alcuna sanzione. 

 

No rapporto fiduciario 

Smentendo una delle linee interpretative più diffuse ancora in questa fase, la Prefettura si è affrettata ad evidenziare che a fare fede è la sola contiguità territoriale, e non il rapporto fiduciario con l’esercente. 

Tradotto: anche se s’intende raggiungere il proprio acconciatore o estetista abituale, questo può essere raggiunto solo se opera in uno dei Comuni confinanti con quello di residenza del cliente.  

Al cliente è comunque riconosciuta la facoltà di uscire dal Comune – sempre rimanendo nell’ambito di un Comune contiguo – per un servizio alla persona già presente nel suo territorio, ma che non offre le migliori condizioni economiche. 

 

L’ok all’uscita vale solo in provincia di Vicenza 

Chiarito questo, va ribadito che attualmente tale concessione è garantita soltanto all’interno del territorio della provincia di Vicenza, dove cioè ha autorità la Prefettura berica. Nelle altre province del Veneto gli organi di governo territoriali fanno tutt’ora fede all’interpretazione restrittiva fornita dall’avvocatura regionale.  

Per questo CNA è al lavoro per chiedere l’allineamento delle posizioni anche tra territori, al fine di non generare inaccettabili situazioni di discrepanza o di conflitto tra le realtà lavorative che operano al confine tra le due province. 

 

Un primo passo nella giusta direzione 

Secondo la nostra associazione, l’interpretazione della Prefettura vicentina è un primo passo fondamentale per dare un aiuto concreto e immediato alle attività del settore.  

A livello nazionale CNA ha già avanzato richiesta per una netta revisione della normativa intervenendo direttamente sul Dpcm, al fine di introdurre sempre, come deroga agli spostamenti, la possibilità di raggiungere qualsiasi attività locale, commerciale o artigianale al di fuori del proprio Comune (e non necessariamente soltanto in quello contiguo) se viene garantito il rispetto di tutte le misure atte a contenere la diffusione del contagio.   

 

Foto Freepik

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